L’olio extravergine di oliva dell’Emilia Romagna

Gli uliveti delle colline dell'Emilia Romagna producono olio extravergine di oliva di ottima qualità.

Nonostante abbia una modesta produzione di olio d'oliva l’Emilia Romagna rimane tra le più interessanti regioni nell'ambito della lavorazione di tale prodotto, perché in grado di differenziarsi. Nel territorio vi è infatti anche una connotazione turistica, oltre che commerciale, legata all'olio d'oliva. 

La presenza caratterizzante dell'olivo immerso nel microclima delle colline romagnole degradanti verso il mare è un valore paesaggistico importante e mantiene viva la biodiversità del territorio, contribuendo positivamente sotto l’aspetto economico, turistico e ambientale. 

La regione produce quasi esclusivamente olio d'oliva extra vergine (EVO) rispetto ad altri oli, ovvero il più sano che si possa consumare al giorno d'oggi, pur non essendo tra le colture principali del territorio.

In base ai dati ISTAT la superficie ad oliveto in Emilia-Romagna è di circa 3.800 ettari di cui circa il 56% coltivati in provincia di Rimini, oltre il 30% in provincia di Forlì-Cesena, e meno dell'1% in provincia di Bologna.

Nella regione sono state classificate, in base alle caratteristiche agronomiche e alle proprietà degli oli prodotti, 24 cultivar, di queste 12, sono cultivar autoctone della Romagna.

Le principali varietà di cultivar presenti nella Regione sono: Correggiolo, Leccino, Rossina (o Selvatico) a Rimini e Forlì-Cesena; Nostrana, Ghiacciola e Colombina nella zona di Brisighella (Ravenna).

Una regione che storicamente ha comunque una lunga tradizione di produzione di olio d'oliva, risalente all'Impero Romano e che ci accompagna fino ai giorni nostri mantenendo la sua caratteristica distinzione. Il ritrovamento di alcuni ceppi di piante secolari evidenzia, infatti, che l'olivo e la cultura dell'olio erano ben diffuse in queste zone già da tempo, fatto testimoniato dall'ampio uso nella cucina locale.

L'Emilia Romagna si dimostra quindi un fiore all'occhiello del settore, evidenziando come non sia tanto importante la quantità bensì la qualità, che si traduce in cura e sviluppo della propria nicchia, grazie alla quale si è distinta negli anni. 

A provare concretamente i vantaggi derivanti da scelte di business di questo tipo ci pensa la longevità dei produttori locali ed in particolare realtà come quella dell'Oleificio Sapigni, in grado di portare avanti una tradizione secolare ed aggiornarla alle necessità attuali, mantenendo un occhio attento alla qualità dei processi.

In linea con la sua idea di diversificazione, la regione Emilia Romagna accoglie diversi Presidi Slow Food. Nel dettaglio per Slow Food è l’organizzazione che promuove la produzione e la cucina territoriale con l'obiettivo di prevenire la scomparsa delle culture e tradizioni alimentari locali, contrastare l'aumento della "fast life" e combattere il calo dell'interesse delle persone per il cibo che si mangia. Leggere il marchio Slow Food significa essere certi che il lavoro dietro al prodotto viene effettuato rispettando un principio etico, ovvero assicurare l'accessibilità a prodotti buoni, puliti ed equi.

In particolare nel vasto assortimento del catalogo dell’Oleificio Sapigni troviamo l’olio “Colle Natio”, un extravergine biologico estratto da olive delle cultivar locali romagnole e il ”Colle Natio dei Centenari”, un olio extravergine biologico, riconosciuto Presidio Slow Food, prodotto da piante ultracentenarie della propria Azienda Agricola.

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